giovedì 6 agosto 2009

Arctic Monkeys - Humbug

La band fenomeno di Sheffield ha messo a segno il terzo album della loro carriera, "Humbug". Il loro esordio nel 2006 fu dirompente con "Whatever People Say I Am, That's What I'm Not", portandoli subito ad un seccesso imprevedibile. Il loro sound post-punk risultò qualcosa di fresco e nuovo nel panorama dell'indie-rock, e la cosa si confermò con il secondo album "Favourite Worst Nightmare".
Adesso c'era bisogno di cambiare, di maturare, di fare il famoso salto di qualità. Le 10 canzoni che compongono "Humbug" segnano l'inizio della loro fase sperimentale, distanziandosi dagli short burst aggressivi degli esordi, proponendo un sound più cupo, più indirizzato ad un hard rock anni'70 se vogliamo.
Il disco inizia con "My Propeller", caratterizzata da una chitarra ipnotica e da potenti riff di basso. Bella introduzione al primo singolo, "Crying Lightning", una di quelle canzoni che a primo ascolto non entra subito, ma ai successivi piace sempre di più.
Tutto il disco è molto piacevole, ed anche se c'è in giro qualche critico che l'ha già stroncato, a me piace sempre più ad ogni ascolto: l'accativante melodia di "Secret Door" e "Dance Little Liar" (la mia preferita), il ritmo propulsivo di "Potion Approaching". L'ultimo brano, "The Jeweller’s Hands", è un lungo lento che coglie un pò di sorpresa, ma conferma come l'intero lavoro sia frutto di varie influenze musicali.
Ottimo disco!



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